I container non si trovano e costano il triplo. Molte resine – fondamentali per le costruzioni – sono introvabili, e con aumenti di prezzo superiori al 100%. Non ci sono bancali per le spedizioni. Non si trova l’acciaio, anche l’acciaio comune a volte si trova solo in forma non utilizzabile, di conseguenza i fornitori e le imprese bloccano la firma di nuovi contratti, e a rischio ci sono le forniture di molti cantieri.
Le imprese sono in forte sofferenza perché tali incrementi, eccezionali e imprevedibili, si aggiungono alle già ingenti sofferenze finanziarie e patrimoniali dovute alle dinamiche disfunzionali di appalto connesse all’evento pandemico.
La normativa attuale non prevede, purtroppo, adeguati meccanismi di revisione prezzi; in tale contesto, quindi, i contratti non risultano più economicamente sostenibili.
Il rischio è che nelle prossime settimane si debbano bloccare non solo le attività più piccole, che saranno le prime ad andare in crisi, ma anche i grandi cantieri delle opere pubbliche. La durata di questa crisi potrebbe essere di 6 mesi o forse più.
Ad oggi, quando in piena pandemia, i prezzi delle materie prodotte da questo settore e provenienti soprattutto da Cina, Corea, Germania e USA sono esplosi (con crescite del 90% in un mese) e, contemporaneamente, è crollata la reperibilità di questi materiali, non abbiamo le risorse e i mezzi per contrastare un fenomeno di questo tipo.
Con un comunicato diffuso nei giorni scorsi, EuPC, l’associazione che rappresenta i trasformatori europei di materie plastiche, esprime la propria preoccupazione per l’impatto che la carenza di materie prime sta avendo sulla produzione di prodotti in plastica in Europa.
Il mercato europeo dei polimeri è sotto pressione da diversi mesi, si legge nel comunicato stampa, e le conseguenze negative della carenza di materie prime e degli aumenti dei prezzi stanno influenzando seriamente la produzione di prodotti in plastica nell’UE. Le aziende di trasformazione della plastica in tutta Europa segnalano difficoltà nel reperire le materie prime necessarie per mantenere in funzione la loro produzione e scorte allarmanti.
La domanda di polimeri si era ripresa in Europa nella seconda metà del 2020 dopo un forte calo della produzione a causa della pandemia Covid-19 e delle corrispondenti misure di blocco. Ma mentre i trasformatori di materie plastiche hanno iniziato ad aumentare la loro produzione, l’offerta di materie prime non è cresciuta di conseguenza.
“Da dicembre 2020 la situazione è peggiorata rapidamente. Inoltre, le condizioni meteorologiche estreme negli Stati Uniti comportano perdite di produzione che interessano anche il mercato europeo. Inoltre, i produttori europei hanno anche dichiarato un aumento del numero di casi di forza maggiore negli ultimi mesi, come segnalato già a gennaio da Polymers for Europe Alliance ”, spiega Alexandre Dangis, amministratore delegato di EuPC.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di container, prosegue il comunicato. Come risultato di tutto questo insieme, i prezzi dei polimeri sono aumentati drasticamente, raggiungendo livelli record, limitando di conseguenza le facilitazioni di credito e riducendo drasticamente i margini molto ridotti delle società.