L’implementazione della quotatura diretta sul modello 3D apre l’opportunità di superare la consueta “messa in tavola”.
La sua sostituzione si presenta come un file CAD contenente il modello 3D del componente accompagnato da tutte le informazioni che servono per generare, gestire e controllare l’elemento stesso.
Nello specifico il Model Based Definition (MBD) è la pratica di inserire all’interno dei file CAD tutte le informazioni pertinenti allo sviluppo prodotto. Di conseguenza i file CAD non sono più rappresentativi della sola geometria tridimensionale dei componenti ma, oltre a questa, sono accompagnati da un insieme di dati.
In quest’ottica il file CAD diventa quindi un contenitore di metadati come:
Lo scenario
Diversi programmi CAD consentono già di inserire quote e tolleranze, manualmente o automaticamente nel modello 3D. Nel caso di Solidworks™ si possono citare la funzione DimXpert™ o il più sofisticato add-on MBD che automatizza l’analisi di tolleranza, la lavorazione e tutti controlli riducendo così tutte le criticità tipiche dei disegni 2D. Un altro esempio è Siemens™ NX™ che tramite le PMI (Product and Manufacturing Information) consente di integrare quote e tolleranze su parti e assiemi 3D.
Nonostante questa facoltà, sono ben poche le aziende che hanno adottato questa pratica data l’indisponibilità di affiancare monitor e visualizzatori tridimensionali a bordo macchina in buona parte delle officine del territorio.
Oltretutto, la quotazione 3D è vista ancora come un superfluo perfezionismo dei disegnatori CAD, privo di vantaggi concreti.
Nulla di più sbagliato!
La quotatura 3D ha la possibilità già oggi di portare una considerevole trasformazione nei processi digitali dell’azienda.
Vantaggi e ostacoli
Quali sono i benefici e le difficoltà riscontrabili di questa innovazione nel disegno tecnico industriale?
Nel complesso è un modo più semplice e veloce di specificare tutte le informazioni necessarie per la fabbricazione dei prodotti, permette di facilitare la gestione e l’elaborazione quando vengono apportate modifiche dopo che un prodotto è stato rilasciato in produzione. Una volta modificato il modello, tutti i dati associati vengono aggiornati automaticamente nel 3D eliminando così il rischio che vengano inviati disegni errati ai fornitori.
Verso l’uniformazione: STEP 242
E’ risaputo il fatto che i file CAD realizzati con software differenti hanno non raramente problemi di compatibilità e conversione. Per quanto riguarda il Model Based Definition questo rappresenta uno dei principali ostacoli alla sua diffusione, ovvero la difficoltà per i fornitori a far fronte all’intera gamma di programmi CAD utilizzati dai vari clienti. In ottica MBD un fornitore sarebbe costretto ad acquistare ogni licenza software corrispondente con tutti gli svantaggi del caso (costi e scarsa familiarità).
Tale problema è risolto attraverso la standardizzazione del formato di interscambio.
E’ stato infatti sviluppato lo STEP 242 che consente la trasmissione non solo della geometria 3D ma anche di tutte le altre annotazioni in esso contenute. In questo modo è assicurato il dialogo tra software CAD differenti o altre tipologie di software relative al processo di sviluppo.