Smart working: lavoro agile, svolto a casa o fuori dall’ufficio tradizionale.
Il Covid ha aperto la strada ad una modalità diversa di lavoro, quello agile. Prima della pandemia, in Italia, a differenza del resto d’Europa, lo smart working era solamente una possibilità per pochi, ma con la diffusione del virus è diventato per necessità la soluzione per circa 9 milioni di lavoratori.
Il passaggio è avvenuto in un colpo solo, con la massima urgenza, per permettere alle aziende di perdurare nonostante la pandemia. Il risultato è stato positivo, tanto che svariate aziende hanno iniziato a valutare più seriamente l’implementazione dello smart working.
Analogamente a molte occupazioni nel settore dei servizi e dell’informazione e nella pubblica amministrazione, diversi studi di progettazione meccanica hanno adottato soluzioni per il telelavoro.
Prima della pandemia 2.5 milioni di occupati (pari all’11% del totale) lavoravano da remoto, ma a seguito delle misure legate all’emergenza Covid del 2020, la percentuale è salita al 40% con 9 milioni di lavoratori in smart working.
A metà 2021 vi è stato un calo al 32,5% con 7,2 milioni di i lavoratori da remoto (indagine Inapp), malgrado il desiderio di circa metà dei lavoratori di continuare a svolgere la propria attività in modo agile, con un 25% che preferirebbe farlo almeno 3 giorni a settimana.
Lo smart working porta sicuramente innumerevoli vantaggi sia per il lavoratore che per le aziende.
In particolare consente ai lavoratori di:
Per l’azienda invece può:
Vi è indubbiamente anche un vantaggio ambientale: se il lavoro avviene da casa si possono prevenire le emissioni causate dai mezzi di trasporto.
Tuttavia, ciò che ha caratterizzato più di tutto questa rivoluzione sociale e lavorativa è stato indubbiante l’utilizzo delle nuove tecnologie, perno di questo processo. Oltre agli ormai noti strumenti di comunicazione, di piattaforme di videoconferenza e di gestionali per la condivisione del lavoro in cloud, c’è un’infrastruttura che sta segnando una nuova strada per il campo della progettazione.
VDI : la soluzione da remoto per applicativi CAD
Progettare in 3D in mobilità o da casa
La tecnologia VDI, acronimo di Virtual Desktop Infrastructure) fa riferimento all’integrazione e adozione di una piattaforma centralizzata in modo di gestire e monitorare un set di macchine virtuali, capaci di sostituire le tradizionali postazioni desktop fisiche.
La VDI è sostanzialmente la componente di virtualizzazione del desktop. La virtualizzazione dei server ha raggiunto un sorprendente livello di consolidamento anche negli studi di progettazione, permettendo di ottenere notevoli benefici a livello di impiego di risorse, estensibilità e affidabilità, difficilmente attuabili con le classiche soluzioni di Server fisico.
A livello aziendale la tecnologia VDI rappresenta una soluzione che permette ai dipendenti di avere un desktop virtuale sempre a disposizione a cui poter accedere in maniera sicura ed affidabile, alle applicazioni e ai dati aziendali.
In questo scenario avviene una vera e propria rivoluzione nell’informatica aziendale, con workstation fisiche in ufficio che vanno a perdere completamente la loro funzione, in quanto l’esigenza fondamentale diventa quella di poter lavorare da qualsiasi PC domestico o notebook aziendale. Tutto questo senza rinunciare ad una riduzione di potenza di calcolo ed alla sicurezza dei dati e delle comunicazioni.
Pur non essendo un’idea nuova, vi è sempre stata la limitazione a livello hardware per l’Host , per cui numerosi progettisti CAD 3D durante il periodo di quarantena hanno dovuto trasferire fisicamente le workstation dall’ufficio a casa.
Questa nuova evoluzione consente di virtualizzare postazioni CAD 3D di notevoli requisiti hardware, consentendo a qualsiasi disegnatore di lavorare direttamente sul PC privato con una potenza superiore a quella della tradizionale workstation, risulta addirittura possibile accedere ai desktop virtuali anche da tablet o altri dispositivi mobili. Per di più è garantita una maggiore sicurezza poiché i dati risiedono sul server e non sul dispositivo client dell’utente finale.
Con questa soluzione sparisce l’esigenza di mantenere e rinnovare di continuo le tradizionali workstation. Spariscono gli eventuali guasti hardware e software, in quanto il desktop virtualizzato può essere riparato in pochi minuti, attivando per esempio uno snapshot precedente o creando una macchina virtuale completamente nuova, senza perdite di dati.
Esiste altresì il problema della velocità della linea, la quale necessita l’utilizzo della fibra ottica, purtroppo ancora non disponibile in diverse zone del territorio.